January 19, 2015

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L’iPad è nato nei laboratori di Cupertino prima dell’iPhone ed è stata la prima creatura con interfaccia multitouch voluta da Jobs, che poi virò lo sviluppo di questa tecnologia (perfezionandola via via) in direzione dei telefonini, oggetto ritenuto più idoneo a soddisfare il gusto dei consumatori. E non si può dire che l’ex Ceo di Apple non avesse visto bene.
Asus, HTC e Samsung stanno lavorando all'aggiornamento software di alcuni dei propri prodotti di punta, che presto potrebbero supportare l'ultima versione di Android, la 4.1, nome in codice Jelly Bean. La certezza riguarda gli smartphone top di gamma e alcuni tablet delle due aziende taiwanesi, mentre per i telefonini Galaxy S2 e S3 del colosso coreano resta qualche dubbio.

Gli ultrabook costeranno davvero 699 dollari, ne è convinto il numero uno di Intel Paul Otellini, che discutendo gli ottimi risultati finanziari dell'ultimo trimestre ha ribadito nuovamente che sì, entro fine anno ci saranno in commercio ultrasottili di ultima generazione che costeranno 200 dollari in meno di quelliattuali. Il CEO non ha mancato di sottolineare anche l'imminente arrivo di 140 nuovi modelli con processore Ivy Bridge di cui almeno 40 avranno schermi touch e soluzioni convertibili.

Il tentativo scontato era quello di tranquillizzare gli azionisti, che si sono trovati davanti risultati di gran lunga inferiori alle aspettative proprio per quanto riguarda gli ultrabook. Il problema di Intel, come fa notare Rachel King di ZDNet, è che gli ultrabook sono i concorrenti diretti del MacBook Air, che è in vendita allo stesso prezzo (999 dollari) ma ha un appeal maggiore per via del fascino del marchio Apple, dell'elevata integrazione del sistema con le soluzioni cloud, iTunes e via dicendo. Anche ai detrattori di Apple è inoltre evidente che gli Air sono ormai uno status symbol in molti ambiti.

Il punto quindi è che chi può permettersi di spendere 999 dollari per comprarsi un portatile nella stragrande maggioranza dei casi compra un MacBook Air. Intel lo sapeva fin dall'inizio, ma non è mai riuscita finora a ottenere una collaborazione adeguata dai produttori hardware, che hanno sempre pianto sull'impossibilità di sfornare portatili con rivestimento in leghe metalliche e tutte le caratteristiche imposte da Intel, a prezzi allettanti.

Il tentativo scontato era quello di tranquillizzare gli azionisti, che si sono trovati davanti risultati di gran lunga inferiori alle aspettative proprio per quanto riguarda gli ultrabook. Il problema di Intel, come fa notare Rachel King di ZDNet, è che gli ultrabook sono i concorrenti diretti del MacBook Air, che è in vendita allo stesso prezzo (999 dollari) ma ha un appeal maggiore per via del fascino del marchio Apple, dell'elevata integrazione del sistema con le soluzioni cloud, iTunes e via dicendo. Anche aidetrattoridi Apple è inoltre evidente che gli Air sono ormai uno status symbol in molti ambiti.

Il punto quindi è che chi può permettersi di spendere 999 dollari per comprarsi un portatile nella stragrande maggioranza dei casi compra un MacBook Air. Intel lo sapeva fin dall'inizio, ma non è mai riuscita finora a ottenere una collaborazione adeguata dai produttori hardware, che hanno sempre pianto sull'impossibilità di sfornare portatili con rivestimento in leghe metalliche e tutte le caratteristiche imposte da Intel, a prezzi allettanti.

Le vendite hanno dimostrato inequivocabilmente che continuando così si andrà incontro a un flop clamoroso, quindi è ora di correre ai ripari. Per risolvere il problema del prezzo si useranno materiali meno lussuosi (come gli chassis in plastica), per il resto si conterà sul calo di prezzo delle unità SSD e si useranno più intensivamente soluzioni ibride di archiviazione dati (SSD da 32 o 64 GB massimi affiancati a dischi fissi tradizionali da 500 o più GB) che mediano fra prestazioni e costi. Microsoft, in altri termini, potrebbe scendere in campo con un prodotto a proprio marchio, con a bordo Windows 8, per sfidare direttamente Apple e riprendere la strada abbondonata nel 2010 quando fu cancellato il progetto Courier.

Così facendo, però, il colosso di Redmond sconfesserebbe di fatto il tradizionale "business model” che l’ha accompagnata fin qui nel mondo dei pc e dei telefonini. E cioè lasciare al vendor di turno l’onere/onore di annunciare (e poi vendere) il prodotto finale. E gli annunci recenti di tablet, portatili ibridi e ultrabook al Computex di Taipei a firma di Acer e Asus vanno esattamente in questa direzione.
Assurdo pensare a una tavoletta marchiata Microsoft che sarebbe un diretto concorrente non solo dell’iPad ma anche dei tanti modelli in rampa di lancio delle varie Hewlett Packard, Dell, Lenovo, Toshiba e Nokia? Probabilmente sì, ma l’esempio di Google in campo smartphone dice che la convivenza fra prodotto "branded” e piattaforma operativa ceduta in licenza ai produttori può reggere.

Microsoft, a quanto pare, starebbe lavorando da tempo a un tablet completamente "home made” (design del prodotto quindi compreso) e potrebbe esibirlo pubblicamente già la settimana prossima in occasione di un evento a Los Angeles. L'azienda di Austin ha spiegato in un incontro con gli analisti, nel corso dello Storage Forum tenutosi in questi giorni a Boston, che software e servizi It restano un settore chiave per la crescita della compagnia. Dell è vicina a registrare una crescita media annua del 10 per cento da qui al 2016 proprio nella fornitura di soluzioni di classe enterprise. L'impegno assunto nella diversificazione del business, rispetto alla vendita di Pc e server, sta quindi premiando e sta compensando almeno in parte le perdite registrate in relazione al forte rallentamento del settore hardware tradizionale.

La casa texana non intende comunque chiamarsi fuori da un settoreprofittevolecome quello dei tablet: Dell esordirà con una famiglia di apparecchi Windows 8, il cui primo modello arriverà entro la fine dell'anno fiscale in corso, quindi nell'ultimo trimestre dell'anno. Per contro la società non ha previsto alcuna crescita nel settore Pc consumer, dove è pressochè certa una perdita di quote di mercato rispetto ai concorrenti asiatici, Asus e Lenovo in testa.

Dell ha programmato di tagliare costi per oltre due miliardi di dollari nei prossimi tre anni, intervenendo principalmente sulla supply chain e sull'area vendite. La notizia è stata pubblicata dall'agenzia stampa Reuters, che conferma anche le recenti indiscrezioni secondo cui il secondo produttore mondiale di computer sia pronto a pagare quest'anno il suo primo dividendo agli azionisti. La novità di natura finanziaria ha portato il titolo a guadagnare il 4 per cento in borsa, compensando in parte il calo complessivo del 15 per cento registrato nel 2012.

L'altro obiettivo che si è posta Dell è quello di capitalizzare al meglio i prodotti delle aziende acquisite. Negli ultimi 12 mesi l'azienda ha perfezionato 12 acquisizioni, fra cui Wyse Technology e SonicWall, che secondo le stime della casa texana accelereranno la crescita nei settori più profittevoli dell'attuale panorama IT. Per raggiungere tali obiettiv i sarà però necessario rivedere e riposizionare l'organizzazione dei vendita (non sono quindi esclusi tagli al personale ridondante): Dell intende cioè incorporare i prodotti che ha acquistato nel suo portafoglio invece di gestirli come entità separate. In questo modo si eviteranno ritardi nel time to market e si avrà una copertura più omogenea e adeguata del mercato.

Quello che ha voluto sottolineare Dell pubblicamente è la volontà di non diventare un produttore di software stand-alone, bensì recitare il ruolo di vendor capace di - parole di Brad Anderson, president Enterprise Solutions Group in Dell - "ridisegnare server, storage, networking e sistemi di gestione dell'IT, elementi vitali dell'architettura Fluid Data - per offrire una convergenza tecnologica che assicuri semplicità e migliori le prestazioni del data center riducendo al contempo i costi operativi associati".

C'è stato anche spazio per il Transformer Book, un portatile a tutti gli effetti che si può usare anche come tablet, grazie allo schermo touch che si stacca dalla base. Basato su piattaforma Intel Core i7 Ivy Bridge, questo prodotto sarà disponibile in tre modelli da 11,6, 13 e 14 pollici. Oltre al processore Intel ci sono 4 GB di RAM, un chip grafico dedicato Nvidia e una soluzione di archiviazione ibrida con SSD e HDD.Asus ha poi sfoderato il Taichi, un notebook convertibile con ben due schermi. La parte posteriore di questo prodotto ha infatti un altro schermo, per questo il dispositivo è aperto a una vasta gamma d'uso. Si potrà usare per esempio per far vedere informazioni agli astanti durante una riunione. Tutti questi prodotti non arriveranno prima di ottobre, quando sarà annunciato Windows 8.

Per quanto riguarda gli ultrabook, è in arrivo un ampliamento della gammaZenbookcon i modelli Serie S, caratterizzati da display da 14 e 15 pollici, che si affiancheranno ai già esistenti prodotti da 11,6 e da 13,3 pollici. I prodotti extra large avranno uno spessore di 2,1 centimetri e saranno equipaggiati con i nuovi processori Ivy Bridge, affiancati in questo caso da chip grafici dedicati Nvidia GeForce GT630M, un prodotto di fascia bassa della nuova generazione che non è particolarmente votato alle attività ludiche, ma offre un sostegno maggiore alle applicazioni per l'intrattenimento.Il maggiore spazio a disposizione ha consentito anche di ampliare la connettività rispetto ai modelli più piccoli, e ora sono presenti l'uscita video HDMI standard, quella VGA, il connettore Ethernet, una porta USB 3.0 e due USB 2.0. Come accade con molti ultrabook XXL, non mancherà nemmeno l'unità ottica. Inoltre, stando alle prime informazioni sembra che il modello da 15 pollici beneficerà anche della presenza del tastierino numerico a parte.

Fra gli annunci della giornata di ieri del Computex spicca anche il rinnovo della gamma ultrabook di Lenovo, che ha aggiornato le configurazioni degli U310 e degli U410 con i processori Ivy Bridge. Al momento tuttavia non è noto se questi prodotti saranno importati anche in Italia.Lenovo si conferma il produttore di Pc con l'andamento migliore del panorama mondiale e l'unico, a parte Asus, a guidare la crescita delle vendite dei computer. Nell'anno fiscale chiuso a marzo 2012 infatti l'azienda cinese ha messo a segno una crescita del 73 per cento dell'utile netto. Nel suo secondo trimestre fiscale, invece, Dell ha fatto uno scivolone del 10 per cento.Per l'anno fiscale che è concluso a marzo di quest'anno Lenovo ha registrato profitti per 473 miliardi di dollari e ricavi consolidati pari a 29,6 miliardi di dollari, che segnano una crescita del 37 per cento su base annua, con un margine lordo dell'11,7% e utili netti per azione di 0,0467 dollari.

Posted by: traumvondir at 04:10 AM | No Comments | Add Comment
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