March 03, 2015

Batteria Acer Aspire One D150

La tecnologia Nfc "touch-to-authenticate” entra nell’offerta sotto forma di aggiornamento di Hp Access Control 14.0. Il sistema offre i vantaggi di un processo di login sicuro, semplificato e veloce, che non richiede lettori di smart card ma sfrutta semplicemente qualcosa di cui l’utente aziendale è già fornito (il proprio telefono o tablet). I servizi Hp Access Control ed Hp ePrint Enterprise sono stati, inoltre, aggiornati con funzionalità che consentono di migliorare la produttività delle attività d'ufficio e, allo stesso tempo, di ridurre i costi di infrastruttura. Fra le novità, ePrint Enterprise ora è completamente integrato con l'ecosistema AppConnect di MobileIron, una piattaforma di enterprise mobility management che facilita la stampa sicura da dispositivi mobile.

La sola Officejet Pro 8620 dispone anche di un display a colori da 4,3 pollici e della funzionalità Nfc touch-to-print, che permette di stampare velocemente trasferendo il file da un dispositivo mobile alla all-in-one tramite contatto. Qui di seguito le schede tecniche delle due all-in-one.HP approfitta del Mobile World Congress 2014 per rinnovare anche la gamma dei tablet consumer, in cui entra ufficialmente il Pavilion x360. Si tratta di un tablet convertibile con tre modalità di funzionamento: tablet, notebook classico e "a tenda", per la riproduzione di contenuti multimediali.

La configurazione si basa sul processore Intel Pentium Bay Trail N3520, affiancato da 4 GB di memoria RAM e disco fisso da 500 GB e 5.400 RPM. Il display da 11,6 pollici multitouch a 10 punti di contatto ha una risoluzione di 1366 x 768 pixel. Il prodotto arriverà in commercio il 26 febbraio con un prezzo dichiarato a partire da 399 dollari. Entra quindi in collisione con lo Yoga da 11 pollici, che attualmente è in vendita in Italia a prezzi da 500 euro a salire. La connettività prevede due altoparlanti Beats Audio, tre connettori USB (1 USB 3.0 e 2 USB 2.0) e l'uscita video HDMI. Il peso è di 1,39 chilogrammi compresa la batteria, mente lo spessore è di 2,2 centimetri. L'autonomia dichiarata è di circa 4 ore.

Dalla soluzione di Lenovo, che ha una configurazione differente, il Pavilion ha tratto ispirazione solo per il meccanismo di rotazione, che prevede la rotazione di 360 gradi del coperchio attorno alle cerniere, in modo da richiudersi con la tastiera rivolta verso l'esterno. Una volta completata la rotazione la tastiera viene disattivata così da evitare selezioni indesiderate."Gli elettroni calcolano, i fotoni comunicano, gli ioni archiviano. In queste sei parole è racchiuso il funzionamento di The Machine”, ha rimarcato Fink. Sebbene i dirigenti di Hp non abbiano escluso l’utilizzo della nuova architettura su prossime generazioni di personal computer, le primarie destinazioni di The Machine saranno i data center, alle applicazioni Big Data e al mondo dell’Internet of Things.

Il sondaggio è stato effettuato online: gli intervistati hanno visualizzato un video del gesto prima di rispondere a una domanda a scelta multipla relativamente a ciò che ritenevano che il gesto rappresentasse (tutte le domande offrivano un’opzione "non so” per evitare che gli utenti fossero costretti a selezionare un gesto senza riconoscerlo). Risultato: i "gesture” relativi al voltare pagina, allo scorrere verso il basso il testo e all’ingrandimento/rimpicciolimento dell’immagine hanno ottenuto percentuali di riconoscimento molto alte, in certi casi allineati con altri gesti legati alle tecnologie ma ben più sedimentati, come quello di rispondere al telefono o quello di scrivere un’email o un Sms.

I servizi cloud sono diventati sempre più popolari sia tra le start-up tecnologiche che non dispongono di denaro da investire, sia fra le imprese più grandi, come Amazon e Google, che acquistano direttamente l'hardware per i loro datacenter. Una soluzione open source può interessare tutti, se pensiamo che Amazon e Google hanno recentemente tagliato i prezzi della maggior parte dei loro servizi di cloud computing, quindi necessitano di implementare soluzioni a basso costo.HP è pronta a investire un miliardo di dollari nel cloud computing open source nei prossimi due anni. La notizia è stata battuta dall'agenzia Reuters, secondo cui l'investimento sarà mirato a sviluppare e offrire prodotti e servizi di cloud computing.

In particolare, l'azienda statunitense ha dichiarato che i suoi servizi cloud pubblici basati su OpenStack saranno disponibili in 20 datacenter nel corso dei prossimi 18 mesi. OpenStack è un progetto di cloud computing che HP ha contribuito a fondare e che offre una piattaforma di cloud computing gratuito e open source per i servizi cloud pubblici e privati.L’alternativa "easy” agli ultrabook basati su Windows, e con dimensioni di schermo classiche e non ristrette come nei modelli convertibili con tablet e tastiera, non si chiama soltanto Chromebook. Per HP, se non altro, si chiama anche Android. Ancora manca un annuncio ufficiale, ma è imminente il lancio dello SlateBook 14, un portatile da 14 pollici con a bordo il sistema operativo del robottino. Laptop di cui HP stessa aveva presentato sul suo sito un trailer, poi misterioramente rimosso ma rimasto online per un tempo sufficiente a far discutere sulle caratteristiche tecniche e sull’identità di questo nuovo modello.Che è, nella sostanza, "nuovo” dal momento che utilizza Android su un formato classico, ma allo stesso tempo è – appunto – molto tradizionale nel design. Non si tratta, infatti, di un maxi-tablet convertibile bensì di un solido notebook con schermo tattile e tastiera non removibile. L’estetica, dominata dal nero in abbinamento a dettagli di colore (giallo), ricorda quella dell’HP Chromebook 11 presentato lo scorso anno.

Le imprese innovative, compresa HP, hanno prestato ascolto alle esigenze dei clienti. E oggi stanno riprogettando e immettendo sul mercato prodotti commerciali innovativi, attraenti e accattivanti esattamente quanto i più recenti dispositivi di consumo. Questi prodotti sono in grado di colmare i divari tra Pc di consumo e commerciali e stanno segnando l’inizio di una nuova tendenza: il Lyod, Leave Your Own Device.

Il Lyod ha il potenziale per rivelarsi ancora più rivoluzionario del Byod. Di fatto il mercato continuerà a sfornare nuovi dispositivi sottili e leggeri, basati su Pc gestiti centralmente dal reparto It, che consentono ai dipendenti di aumentare mobilità e produttività, nonché di rendere più maneggevole il computer aziendale di ogni giorno. Prendiamo HP, per esempio. Gli ultimi arrivati nella gamma HP Elite (serie HP EliteBook 800) sono fino al 40% più sottili e al 28% più leggeri rispetto ai modelli delle generazioni precedenti. Molti prodotti della gamma hanno la qualificazione Ultrabook e sono belli da vedere, grazie al ricco nero grafite con accenti grigio meteorite. Internamente, però, i nuovi prodotti offrono le funzionalità essenziali per l’azienda e garantiscono un’affidabilità testata secondo gli standard militari. Questa nuova generazione di Pc commerciali non comprende solo laptop: l’HP ElitePad 900, per esempio, è un tablet Microsoft Windows 8 ultrasottile e ultraleggero che offre caratteristiche, funzionalità e supporto di livello enterprise. Per chi cerca il top dell’innovazione c’è l’HP EliteBook Revolve 810 G2, un dispositivo convertibile che da notebook ultraleggero ad alte prestazioni si trasforma in un pratico tablet abilitato per i comandi tattili.

Di fronte alla disponibilità di prodotti come questi le politiche Byod potrebbero apparire come una spesa innecessaria per il reparto IT. Ma la cosa più importante è che offrono vantaggi per tutti in azienda: per il dipendente, soddisfatto del suo nuovo dispositivo, e per il reparto It, finalmente liberato dai costi e dai grattacapi delle politiche Byod. ll Lyod segna l’inizio di una nuova era in cui i dispositivi più innovativi in area aziendale saranno finalmente di ispirazione per le tecnologie personali, e non più il contrario, come vediamo ora. L’appliance Security System 61000 di Check Point Software Technologies, già definite dall’azienda come "il sistema di sicurezza più rapido sul mercato”, rivolto a fornitori di data center, telecomunicazioni e servizi cloud, ora diventa ancora più veloce e performante grazie al nuovo Security Gateway Module (Sgm) 260. Si tratta di un blade, progettato appunto per il Security System 61000, che risolve il problema della scelta fra sicurezza e velocità, assicurando entrambe le cose.
L’Sgm 260 è, infatti, in grado di raddoppiare il thoughput aggregato firewall e Ips rispettivamente fino a 400 Gbps e 130 Gbps, nonché di elevare la portata della sicurezza del sistema 61000 fino a 33mila SecurityPower Units, anche in questo caso con un raddoppio rispetto ai precedenti numeri. Check Point sottolinea come questo blade vanti la più elevata densità di porta rispetto a qualsiasi gateway di sicurezza, arrivando fino a 8x40 GbE, oltre a una connettività potenziata a livello data center e private cloud, fino a 60x10 GbE.

Altre caratteristiche sono la capacità di gestire oltre 200 milioni di connessioni contemporanee e di far sì che, aggiunto allo chassis del 61000, questo possa scalare immediatamente le performance con un downtime pari a zero. Il risultato di tutti questi elementi sono una maggiore velocità, protezione, segmentazione e performance, grazie alle quali le aziende possono scegliere di implementare più flessibilmente le tecnologie di sicurezza di cui le loro reti hanno bisogno in un dato momento.Questo Nas utilizza dischi Server Class SATA-III 7200rpm, sostituibili a caldo dall’utente, per una capacità storage massima di 16 TB (nella configurazione con quattro drive da 4 TB). Una scheda NIC GigE doppia opzionale fornisce ulteriore affidabilità e throughput.

Compatibile con i dispositivi Windows, Mac e Linux, il Nas poggia su LifeLine, sistema operativo che integra funzionalità standard per lo storage di rete nonché funzioni business avanzate per gli utenti professionali, fra cui Windows Active Directory domain join, tecnologia cloud, accesso remoto versatile, numerose certificazioni per la virtualizzazione, duplicazione dei dati, attività di copia device-to-device, supporto Rais avanzato, supporto per i dischi allo stato solido e altro ancora. Questo modello, inoltre, introduce nuove caratteristiche hardware, fra cui porte Hdmi, eSata e Usb 3.0.

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Batteria toshiba PABAS213

HP esordisce al Mobile World Congress di Barcellona con il rinnovo della gamma tablet, che parte dai nuovi chip Bay Trail Intel a 64 bit e Windows 8.1. Per il settore professionale in particolare il colosso statunitense annuncia l'ElitePad 1000 G2 e il ProPad 600 G1, entrambi con schermi da 10,1 pollici alla risoluzione di 1920 x 1200 pixel. I processori che sono stati scelti sono gli Atom quad-core di ultima generazione con velocità di clock a partire da 1.6 GHz.

David Laing, responsabile delle LaserJet Enterprise Solutions di HP, spiega che si tratta della prima stampante certificata per lavorare con il plug-in sviluppato da Mopria Alliance, fatto per rendere più accessibile la stampa wireless da smartphone e tablet con Android 4.4.

HP ha anticipato che arriveranno altri prodotti con la stessa caratteristica. Ricordiamo inoltre che Mopria Alliance ha anche altri membri specializzati nella produzione di stampanti, fra cui Xerox, Canon e Samsung. La differenza fra la Color LaserJet Pro MFP M476 e i prodotti fin qui in circolazione è che l'utente non ha bisogno di usare un programma separato come l'app proprietaria: è sufficiente selezionare l'icona di stampa all'interno di una app, proprio come sul PC, quindi selezionare la stampante wireless su cui stampare.

L'HP Color LaserJet Pro MFP M476 può stampare sia tramite Wi-Fi peer-to-peer sia ricevendo i dati mediante tecnologia NFC (Near-Field Communication). La stampante (che supporta anche il fronte-retro) inoltre dispone di un display da 3,5 pollici e funziona anche come fotocopiatrice, scanner e fax. Oltre che da locale, è possibile usarla per stampare documenti da servizi di storage online come Box.net e Google Drive. Le cartucce (nero, ciano, magenta e giallo) assicurano un'autonomia di stampa dichiarata di 1.200 pagine.

HP sta per aprire un nuovo centro di ricerca e sviluppo in Australia, ad Adelaide, in cui saranno impiegate circa 430 persone. Al momento non è chiaro quale sarà l'indirizzo di studio dei nuovi assunti, che collaboreranno attivamente con la University of South Australia.Quello che riportano per ora le fonti si limita ad alcune dichiarazioni del Governatore dello Stato, secondo cui le ricerche verteranno nei "settori high-end come lo sviluppo software" e beneficeranno di sovvenzioni per 5,5 milioni di dollari. Fra coloro che saranno coinvolti ci saranno anche gli studenti del polo universitario, che saranno impiegati anche in stage nel centro di ricerca.

L'investimento congiunto di HP e dello Stato servirà per favorire anche il reimpiego dei dipendenti di General Motors, che ha recentemente annunciato l'intenzione di chiudere il suo polo produttivo a sud dell'Australia lasciando senza lavoro diverse migliaia di dipendenti. La ripresa del settore tecnologico in Australia è molto fervida, basti pensare alla nuova alleanza annunciata fra la Defence Science and Technology Organisation (DSTO) e IBM per le ricerche sulle tecnologie di fascia alta nell'ambito della "sicurezza informatica, dell'analisi e del cognitive computing". Il Play Store di Android è davvero zeppo di virus? Secondo l'ultimo Cyber ​​Risk Report di HP dipende dall'antivirus mobile che si usa. I ricercatori del colosso dell'IT hanno confrontato un campione di 500mila applicazioni del Play Store con un database contenente due milioni di malware noti, e hanno scoperto informazioni decisamente interessanti.

Tolti questi due primi della classe, con gli altri marchi il 2013 è stato meno benevolo: -3,8% per HP, che tuttavia rimane saldamente in testa alla classifica di popolarità con un market share del 23,7% (migliorato rispetto al 22,2% del 2012); -6,9% per Lenovo, che pure altrove ha spopolato diventando il vendor di Pc numero al mondo, complice il traino del mercato cinese, e che in Italia è quinto dopo Apple; e soprattutto -23,1% per Asus, che rimane secondo nel ranking tricolore ma vede i suoi numeri trimestrale calare dalle 256.241 unità di fine 2012 alle 197.094 di fine 2013. La fetta rappresentata da tutti gli altri vendor scnede dal 31,2% al 27,9% di quota mercato.

Quello che non cambia, in mezzo al saliscendi delle vendite e dei market share, è la classifica generale. Su questa pesano, innanzitutto, le politiche di prezzo e il posizionamento dei diversi marchi che si propongono come più o meno "popolari”. Nonostante lo sprint di fine anno, a Apple mancano ancora più di 80mila unità a trimestre per colmare il distacco con Acer.All’acronimo Byod, "bring your own device” ci eravamo ormai affezionati, è già ora di dire addio? È l’opinione, provocatoria, di HP, esposta in una riflessione sulle modalità di approccio all’It consumerization e ai nuovi stili di lavoro a cui le organizzazioni, volenti o nolenti, si stanno adattando. Il mobile e l’ingresso in azienda dei dispositivi personali dei dipendenti comportano innegabili vantaggi in termini di efficienza, flessibilità, comunicazione e collaborazione su progetti gestibili anche a distanza, e ancora di accesso alle applicazioni da strumenti diversi (dentro o fuori dall’ufficio) e di possibilità di risparmio per le aziende stesse. Ma tutta questa trasformazione, intrecciandosi al cloud, comporta anche un incremento del rischio It e di costi, per così dire, collaterali.

A detta di HP, al Byod potremmo dover sostituire un altro acronimo, Lyod: ovvero "leave your own device”. Un approccio in grado di conciliare le esigenze della sicurezza (incarnate dagli amministratori It e dalla dirigenza) con quelle di un uso più libero, accattivante e smart delle tecnologie utili per lavorare (incarnate dai dipendenti). Ce ne parla Giampiero Savorelli, category manager, Personal Systems Group di HP Italia.

Il diffuso trend che va sotto il nome di Byod (Bring Your Own Device) è un prodotto della consumerizzazione dell’It. I dipendenti non vogliono più essere costretti a utilizzare tecnologie e dispositivi antiquati, come quelli spesso imposti dal reparto It aziendale. Molto meglio utilizzare le innovazioni disponibili sul mercato, che facilitano la vita personale e aumentano l’efficienza. Con la proliferazione di nuovi dispositivi e l’adozione di politiche Byod nelle imprese di tutto il mondo, sembrava che questa tendenza fosse ormai inarrestabile. Secondo un recente report di Juniper Research il numero di dispositivi di proprietà dei dipendenti, quali smartphone e tablet, utilizzati sul posto di lavoro nei prossimi cinque anni arriverà a superare il miliardo.

Una delle ragioni che spingono ad adottare politiche Byod è il risparmio percepito, a livello di costi e tempi, associato al fatto di consentire all’utente di acquistare e aggiornare dispositivi di sua scelta. D’altra parte, però, questi benefici comportano anche un surplus di attività, coi relativi tempi e costi, per il reparto It, che deve decidere una politica Byod, implementarla e garantirne la continuità.

In mancanza di una politica rigorosa, comunicata e implementata correttamente, la pratica del Byod può porre rischi molto concreti per la sicurezza della rete interna. Secondo Ovum, il 70% dei dipendenti in possesso di un dispositivo smart (telefono o tablet) oggi lo utilizza anche per accedere ai dati aziendali. Ma quella che per il dipendente è una gran comodità per il reparto It può diventare un incubo, perché non tutti i dispositivi di consumo offrono le caratteristiche di sicurezza richieste per garantire la protezione dei dati. Perciò se il dispositivo viene smarrito o rubato i dati possono risultare accessibili, con l’effetto di compromettere la rete aziendale.

L'ElitePad 1000, che sostituisce il vecchio ElitePad 900, è stato presentato con un prezzo di partenza di 739,99 dollari e sarà in commercio a partire dal mese di marzo, per il ProPad 600 non è stata comunicata una quotazione ufficiale, ma il prezzo sarà sicuramente inferiore a quello dell'ELitePad in quando offre un numero inferiore di funzioni.Progettato per essere un prodotto a metà strada tra un tablet e un sostituto del computer portatile tradizionale, l'ElitePad 1000 G2 si differenzia dai concorrenti per la progettazione volta a permettere agli utenti di intervenire per la sostituzione dei componenti. In dettaglio, il pannello retrostante si può rimuovere facilmente per accedere a batteria, schermo, webcam, scheda madre e altri componenti. Insomma, qualsiasi sia l'entità del guasto chi ha dimestichezza con le riparazioni non avrà bisogno di ricorrere al centro di assistenza.

Il peso complessivo di questo tablet è pari a 680 grammi, compresa la batteria che secondo i dati ufficiali assicura un'autonomia di dieci ore. La dotazione comprende 64 GB o 128 GB di spazio di archiviazione, fotocamera posteriore da 8 megapixel e anteriore da 2.1 megapixel, connettore USB 3.0 e vano microSD.Il ProPad 600 è una soluzione più economica, con uno spazio di archiviazione fino a 64 GB, e peso di 652 grammi, nonostante lo spessore un po' più abbondante rispetto a quello dell'ElitePad 1000. Le fotocamere sono identiche a quelle del fratello maggiore, mentre la connettività prevede il vano microSD, un connettore micro-USB 2.0 e uno microHDMI. In questo caso i componenti interni non sono accessibili e il sistema operativo installato è Windows a 32 bit.

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