November 05, 2014

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In sostanza Microsoft potrebbe finanziare Dell con la cifra che abbiamo riportato e, qualora il debito non venisse saldato entro termini prestabiliti, potrebbe tradurlo in una partecipazione nell'azienda texana. Attualmente il valore di Dell è di circa 22,85 miliardi di dollari, quindi un ipotetico investimento di 3 miliardi consentirebbe a Microsoft di controllarne il 13% circa.Spingere i prodotti con Windows RT infatti ha due contrindicazioni: la prima è che servirebbe una campagna di marketing costosa perché la richiesta è bassa, la seconda è che bisognerebbe istruire sia i consumatori sia gli addetti alle vendite al dettaglio circa i vantaggi di Windows RT, perché entrambi sono molto confusi sulla differenza fra Windows RT e Windows 8. Un'operazione che richiederebbe tempo e molto denaro.

Lo ha spiegato il vice presidente della divisione tablet di Samsung Mike Abary, che ha anche precisato che i prodotti con Windows RT per avere successo dovrebbero costare molto meno di quelli con Windows 8. Per scendere a sufficienza con i prezzi però bisognerebbe tagliare pesantemente sulla dotazione e l'azienda non è disposta a farlo.Il fatto che la notizia riguardi solo gli Stati Uniti passa quindi in secondo piano di fronte a un problema generale che è ben più grande. Con l'annuncio di Windows 8 Microsoft ha cercato in tutti i modi di far capire la differenza fra le soluzioni tradizionali e quelle con Windows RT, evidentemente non è bastato. Con il nuovo tablet per il business, i cui prezzi di listino saranno annunciati solo in prossimità del lancio commerciale, Hp ha annunciato anche un modulo di ricarica (Multi-tablet Charging Module) capace di gestire fino a 20 dispositivi contemporaneamente con un’unica presa di corrente. Il sistema, anch’esso indirizzato alle aziende come il tablet, sarà sul mercato a marzo 2013 e costerà 499 euro.

Un dato che va preso con le dovute precauzioni ma di per sè molto indicativo. Perchè un calo ben oltre le due cifre percentuali non può passare inosservato e tanto meno può essere ignorato se si registra nel primo mese di disponibilità di Windows 8. Il dato in questione, diffuso ieri dalla società di ricerca NPD, è il seguente e gli analisti lo battezzano come un segnale non incoraggiante: le vendite di pc Windows negli Usa sono scese nelle quattro settimane successive al lancio di Otto del 21% rispetto allo stesso periodo del 2011. Il tutto in uno scenario in cui sono andati complessivamente peggio i notebook dei desktop: i primi, dove si concentra la maggior parte delle novità (fra ultrabook e ibridi) legate al nuovo sistema operativo di Microsoft, hanno perso in volumi il 24%, i secondo "solo” il 9%. Tutta colpa di Otto? Certo che no. "É ancora presto – ha sentenziato in proposito Stephen Baker, vice president of industry analysis in NPD – per attribuire le responsabilità della mancata ripresa del mercato pc a Windows 8”.

La notizia della scorsa settimana trova conferma nelle nuove informazioni pubblicate dalla CNBC. Non sono stati rivelati dettagli relativi alle modalità di investimento che il colosso di Redmond sarebbe intenzionato a fare. Gli esperti del settore parlano di una partecipazione in azioni e debito, che sarebbe sostanzialmente la replica di quanto era stato proposto nel 2011 proprio da Microsoft e Silver Lake per l'acquisto di Yahoo, che si chiuse con un nulla di fatto.La stagione dello shopping natalizio alle porte potrebbe segnare subito un’inversione di tendenza ma è evidente che l’avvento della nuova generazione di computer touch ha generato un impatto tutt’altro che vigoroso sulle vendite, così come molti degli addetti ai lavori si aspettavano. In casa Microsoft, intanto, si ragiona su una percentuale, quella che vede i prodotti con a bordo Windows 8 (del conteggio non fa parte Surface) aver catturato il 58% della domanda complessiva di pc Windows. Rispetto alle prime quattro settimane di vita di Windows 7, i cui prodotti si accaparrarono l’83% del venduto, il confronto è impietoso (anche se Seven sfruttò al meglio il buco lasciato da Vista).

Rispetto alle iniziali stime di vendita per l’anno prosimo, pari a 14,6 milioni, il dato è sensibilmente inferiore per motivi - dicono gli analisti - imputabili all’accoglienza meno forte del previsto riservata dai consumatori al tablet. In totale Google dovrebbe vendire circa 4 milioni di Nexus 7 a tutto il 31 dicembre 2012, che non è comunque un risultato deprezzabile anche in relazione al milione di unità oggi spedite mensilmente (il dato arriva dal Chief Financial Officer di Asus, l’azienda che il Nexus 7 lo produce per conto di Mountain view). Il Kindle Fire di Amazon, per contro, sembra viaggiare a gonfie vele ed anche il Cyber Monday ha confermato l’appeal esercitato dalla tavoletta della casa di Seattle sugli americani; la casa di Seattle cattura oltre il 20% del mercato tablet Usa ed anche questo non è un numero da poco. L’attenzione degli addetti ai lavori d’Oltreoceano è ora tutta per le vendite che saprà sviluppare l’iPad mini approfittando dello shopping natalizio. I tre milioni di tablet (sommando al nuovo arrivato anche l’iPad 4) venduti nel primo weekend di vendita non hanno impressionato gli investitori, che sembrano invece maggiormente interessati ai nuovi prodotti che ha in serbo la società della Mela (nuova Apple Tv in testa). Il mercato dei personal computer vive un momento difficile? É fuor di dubbio. E anche le ultime rilevazioni di Gartner per quanto riguarda l’Europa Occidentale lo confermano (nella seconda pagina di questo articolo i dettagli). Se però nel computo delle vendite si considerano anche i tablet – come ha fatto Sirmi per fotografare il terzo trimestre 2012 relativo all’Italia – allora il giudizio cambia.
Nel suo complesso, il settore dei Pc client (tavolette incluse) ha chiuso in attivo il periodo con un salto in avanti dell’11,6% alla voce fatturato, arrivando a superare quota 662 milioni di euro, e del 12,1% in termini di volumi, per un totale di circa 1,5 milioni di unità spedite (che portano il totale dei primi nove mesi oltre quota 4,7 milioni).

Quanto i tablet abbiano inciso sul bilancio di consuntivo è presto intuibile con i dati che seguono: fra luglio e settembre ne sono stati venduti infatti poco meno di 648mila (la crescita anno su anno è del 221%) per un giro d’affari di 263,7 milioni di euro (in salita del 195%). Molto buoni anche i riscontri relativi ai notebook professionali, in aumento del 10,7% a valore (186,7 milioni di euro) e del 25,3% a volumi (296mila unità vendute) ma le buone notizie per i vendor si fermano qui.

Un calo sostanziale caratterizza infatti il segmento dei netbook, in picchiata del 94% a meno di 9mila unità spedite, e quello dei desktop, che perdono il 29,3% in termini di fatturato e il 25,6% in termini di unità consegnate. Negativi sono quindi i risultati, sia in valore che in volumi, per i notebook consumer, i thin client e le workstation.Quanto ai vendor, il mercato italiano è di fatto in mano a cinque marchi, che se ne accaparrano circa l’80%: Apple e Samsung, forti del venduto nei tablet (in discesa anche se lieve invece le quote di mercato dei due colossi nei computer tradizionali), sono in vetta alla classifica con una quota complessiva di oltre il 42%. Alle loro spalle figurano Acer (in crescita nei pc del 10%), Asus e Hp; insieme i tre vendor coprono il 38% della domanda complessiva (tablet compresi) e circa il 60% di quella relativa ai personal computer tradizionali.

Manca in questo quadro, per pure ragioni "anagrafiche”, il tassello rappresentato da Windows RT e Windows 8: i tablet equipaggiati con il sistema operativo di Microsoft sono appena sbarcati in distribuzione e nei prossimi mesi potrebbero dare del filo da torcere ad Android e iOS. Considerando il posizionamento di prezzo e le caratteristiche di molti dei modelli (formato 10 pollici, design trasformabile con tastiera integrata), è improbabile tuttavia che il Pc a tavoletta Windows possano nell’immediato ritagliarsi una fetta nella competizione dei tablet ultraportatili e destinati a un’utenza di massa.
"I competitor stanno facendo pressione sul leader di mercato Apple”, ha commentato Ryan Reith, program manager Mobile Device Trackers di Idc. "Con la recente introduzione di un certo numero di tablet Windows 8 e Windows RT, i consumatori hanno una terza possibile piattaforma tra cui scegliere. In ogni caso, il fattore prezzo è cruciale per i tablet, e Microsoft e i suoi partner dovranno lottare duramente per conquistare una porzione del mercato consumer, considerando i prezzi non inferiori ai 500 dollari”.

La società della Mela si conferma regina di un settore che continua a correre – 27,8 milioni i tablet spediti da agosto ad ottobre, con un incremento del 49,5 per cento rispetto ai 18,6 milioni dello stesso periodo del 2011 – ma vede la propria market share scendere di ben nove punti percentuali nel raffronto sui dodici mesi (e di poco meno di 18 rispetto al secondo trimestre di quest’anno).
Questo il responso, per ciò che concerne Apple, che emerge dal consueto rapporto di Idc relativo al terzo trimestre dell’anno, rapporto secondo cui la casa di Cupertino ha venduto 14 milioni di iPad catturando il 50,4 per cento della domanda globale. L’altra tendenza confermata dagli analisti interessa i dispositivi Android, il cui gradimento è salito di parecchio fra gli utenti, e in modo particolare quelli di Samsung ed Asus.

Sui costi di produzione dell’iPad mini si sono invece espressi gli analisti di IHS iSupply, secondo cui (la notizia è stata riportata da All Things Digital) la spesa messa a bilancio da Apple per portarlo sul mercato (nella versione Wi-Fi con 16 Gbyte di memoria) sia di 188 dollari. Il prezzo di vendita di questo modello è fissato a 329 dollari. I tablet di Asus stanno andando a gonfie vele: grazie alla produzione del Nexus 7 di Google l'azienda taiwanese prevede di spedire il prossimo anno almeno 10 milioni di unità. Già nel terzo trimestre di quest'anno infatti Asus ha spedito 2,3 milioni di tablet: un record che supera il totale complessivo delle spedizioni dei tre trimestri precedenti.

Tutto grazie all'accordo di produzione del Nexus 7 di Google, proposto a un prezzo di partenza di 199 dollari, alla pari con il Kindle Fire di Amazon. Proprio grazie alla bassa quotazione le vendite sono andate molto bene e l'amministratore delegato di Asus Jerry Shen si aspetta un incremento dovuto all'annuncio del modello da 32 GB, che sarà venduto a 249 dollari, e della versione 3G, con un prezzo di listino di 299 dollari.L'azienda taiwanese conta di incrementare il volume di vendita anche grazie ai prodotti con Windows, fra cui il VivoTab RT. Per il quarto trimestre del 2012 si prospettano pertanto consegne per 2,6 milioni di unità, in modo da chiudere l'anno con 6,3 milioni di tablet venduti. L'incremento a 10 milioni di unità su proiezione annua quindi non è un balzo impossibile, tant'è vero che lo stesso Shen lo definisce "un obiettivo conservativo".

Posted by: traumvondir at 07:19 AM | No Comments | Add Comment
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